16 DIARIO DAL COVID 2

Tempo indeterminato

Con l’avvicinarsi della Pasqua, del bel tempo, mi accorgo sempre di più di star buttando via il mio tempo, la mia vita.

Sono arrivata alla soglia dei miei cinquant’anni, e due anni della mia già breve vita, sono stati gettati via.

Ripeto gettati via. Semplicemente perché, la mia libertà mi è stata negata, da uno stato che comanda senza avere alcun rispetto dell’individuo, dei suoi sogni e delle sue esigenze.

Sono sempre più consapevole che la mia vita non è a tempo indeterminato.

Mi chiedo: – Che cosa farei se avessi solo una settimana di vita?-

Non credo proprio che resterei segregata qui in casa da sola a morire più di paura che di altro.

Sicuramente, starei il più possibile con le persone che amo, andrei a salutare tutti, anche quelli che mi stavano sulle palle.

Cercherei la compagnia di ogni essere vivente. Sicuramente non mi muoverei con mascherina e affini, mi “sbatterei” del così gran pubblicizzato vaccino, riaprirei il negozio, non mi fregherebbe un fico secco di multe, sanzioni.

Semplicemente mi ricorderei di vivere a pieno la mia vita.

Se restassimo su questa terra in eterno, forse non mi fregherebbe un ca@@o, di passare qualche anno a ca@@eggiare sul divano. Ma sono consapevole che la mia vita è a tempo, il ticchettio della scadenza lo comincio a sentire.

Tic tac – tic tac – lo sentite anche voi ?

Io lo sento forte e chiaro. Il mio istinto scalpita, vorrebbe farmi saltare fuori da questa impasse, la ragione invece mi obbliga a stare ferma, per il bene della collettività.

Scusate la domanda. Ma da quando in qua l’essere umano pensa al bene della collettività?

Da mai.

L’essere umano è stato “progettato” per salvare esclusivamente se stesso, poi eventualmente salverà gli altri.

Invece, grazie alla scolarizzazione, all’essere umano è stato instillato il senso di colpa e la paura del giudizio negativo. Ed ecco che il gioco di dominio è fatto. Con il senso di colpa ti fanno stare a casa, con la paura di essere giudicato un egoista, una cattiva persona sono riusciti ad instillare l’odio l’uno verso l’altro. Ed ecco il gioco è fatto.

Adesso vogliono fare la green pass. O passaporto vaccinale che dir si voglia.

Ma davvero pensate che possa reggere una cosa del genere, dove per andare da qualche parte bisogna organizzarsi mesi prima per farsi fare questo pass ?

Se devo, per andare in un paese, ristorante, teatro, albergo, dove mi chiedono il pass, mi passa la voglia di andarci. I miei soldi sudati con fatica, li spendo dove mi lasciano libertà di movimento. Dove la mia privaci di salute o sanitaria, non deve essere sotto gli occhi di tutti. Non abbiamo mica un pass per i malati di aids. Anzi la loro privaci è ben che protetta. La mia per un cavolo di influenza no.

Ma dai davvero non riuscite a vedere l’assurdità di questa vicenda?

Non divaghiamo, restiamo sul pezzo, sulla precarietà della nostra vita.

Così breve, da sembrare un centesimo di secondo rispetto all’eternità. E questi governanti mondiali, pretendono di gestire le nostre vite a loro piacimento e a loro discrezione, con il nostro benestare, perché ci illudono che è per la nostra salute. Ma quale salute? Se siamo tutti eternamente, monitorati con esami d’ogni genere, per prevenzione. Per paura di un’eventuale malattia, ci comportiamo da ammalati sempre. Dolori di qua, stitichezza di là. Insonnia di su e depressione di giù.

La salute non è soltanto la mancanza di una polmonite interstiziale che può portare alla morte un paziente multi patologico ( anche il dottor Bassetti a detto poco tempo fa che i morti in terapia intensiva sono deceduti per le loro patologie e non per covid, ma queste parole non vengono ascoltate), ma la salute è il benessere psicofisico dell’individuo.

A questo punto mi chiedo, quanti di voi sono realmente felici.

Come dice mio marito, io non faccio testo, perché sono felice di mio, sono patologicamente felice.

I nostri figli, nipoti, le nostre future generazioni, che problemi psicofisici si stanno creando che poi si porteranno a vita, cercando aiuto da qualche professionista, per non cadere nella più totale depressione.

Possibile che ci siamo lasciati infinocchiare da una brutta influenza, distruggendo la nostra breve vita, per una vita che vissuta così vita non è?

Non abbiamo una vita a tempo indeterminato, ma abbiamo una vita di precariato.

Come nasciamo è inevitabile che moriamo, eppure sembra quasi che prima non si morisse.

Se avessi solo oggi da vivere, vorrei essere libera di decidere cosa fare in questa ultima mia giornata, senza condizionamento alcuno.

Nessuno può comprarsi la vita.

Muore chi è malato e muore pure chi è sano;

il giovane e il vecchio, il ricco e il povero,

il potente e l’umile, l’intelligente e l’ignorante, il buono e il cattivo,

chi si ama e chi si odia,

alla fine moriamo tutti.

L’unica cosa che rimane è cercare di essere felici

mentre abbiamo ancora tempo.

Chi ha tempo non aspetti tempo.

Questa frase l’ho letta su un post. Credo sia chiara.

Viviamo ora che di doman non c’è certezza.

Buona giornata

Lisa Ermacora

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *