27 DIARIO COVID 2

IL Friuli arancione

Gioisco. A quanto pare con martedì riapro i battenti del mio negozio.

Finalmente, riaccendo le luci dopo un mese di buio.

Sorrido. Mi sento quasi più leggera.

Anche se, so che intorno a me, molti ancora non hanno questa fortuna. Molti ancora non posso tornare a lavorare.

Perchè alla fine i nostri governati, sanno fare bene il loro lavoro di indorare la pillola al popolo.

Ci danno la zona arancione con l’illusione che, facendo queste mezze aperture, il popolo si rilassi. Perchè le marce su Roma cominciano a mettergli paura.

Ignari che, se non riaprono tutto e tutti indiscriminatamente, le marce su Roma continueranno.

E’ inutile che tu apri i parrucchieri, se non apri teatri, cinema, ristoranti, palestre. Perchè se tu non fai lavorare tutti, anche chi è aperto non ha un buon giro di lavoro. Facciamo un esempio pratico, riguardante il mio settore.

Una famiglia deve andare ad un matrimonio. Quindi, io parrucchiera devo, preparare la sposa, la madre della sposa, la suocera, la cognata, la cugina della zia, il figlio del nipote del nonno, il vicino di casa della suocera, l’amica del cuore della sposa, ecc.

Il ristorante deve ospitare almeno cento invitati, per cui, deve prendere la carne dal macellaio, le verdure dal contadino, il vino dell’azienda vinicola preferita, ecc. Poi ci sono i musicisti, qualche saltimbanco per rendere la giornata più allegra.

Dimenticavo il fiorista, il noleggio auto, la corriera per far spostare gli ospiti più alcolizzati. Osservate quanta gente si muove.

Se tutti sono aperti la festa si può fare. Se molti sono chiusi, non si fa il matrimonio.

Oppure altro giro altra corsa. Oggi sabato, le tue amiche ti hanno invitata a mangiare la pizza. Ovviamente vuoi fare bella figura, perché la tua amica di Udine è sempre bella e impeccabile e quindi tu cosa fai? Ti organizzi, mi chiami per farti fare i capelli, e dato che ci siamo ti fai anche fare il colore e le meches, poi, corri a comperarti la camicetta che avevi visto in vetrina nel negozio del paese. Si perché con i capelli da “figona infernale” con quella camicetta, non passerai inosservata, e la tua amica di Udine sembrerà una “sciacquetta”.

Quindi per ogni occasione avviene una reazione e l’economia continua a girare.

Invece se apre solo la mia categoria, si lavori per aiutare il cliente a non diventare un orso, un neanderthal del divano, ma la povertà continuerà a galoppare, in un turbinio di incertezze anche per quei pochi fortunati che si illudono di riprendere il lavoro solo perché hanno la serranda aperta.

Non illudiamoci, noi che riusciamo ad aprire, se gli altri non lavorano non avranno i soldi per usufruire dei nostri servizi. Il ristoratore e i suoi dipendenti non verranno a farsi i capelli, le unghie, i massaggi. Questo vale anche per chi ha palestre o sono operatori dello spettacolo.

Lunedì e martedì, molti si muoveranno per andare a protestare ancora a Roma.

Chi può vada a sostenere la loro causa, perché se tutti siamo compatti e uniti, il governo dovrà inesorabilmente chinare la testa e lasciare che il popolo riprenda a sopravvivere da solo. Riaprendo tutto, tutti riusciremo a riavere la nostra dignità.

Quindi si esulto, ma in maniera moderata, perché anche se esulto solo per me, non fa veramente gioia, io vorrei esultare insieme a tutti. Vorrei rivedere gli occhi sereni e felici di tutti i lavoratori, di tutte le categorie.

La zona arancione è l’ennesima illusione di un governo che vuole ancora darci un po’ di quella carota che tanto bramiamo perché abbiamo fame, inconsapevoli che quella carota arancione non sazierà nessuno.

Allora andiamo avanti come automi. Illudendoci che dopo tutti questi sacrifici, che solo una fascia della popolazione ha realmente fatto, rinunciando al lavoro, perdendo tutti i propri risparmi, andando a prendere da mangiare alla caritas, per riuscire a continuare a pagare affitti e tasse. Pensando di salvare nel limite del possibile le fasce più deboli della popolazione. Diventando essi stessi le vere fasce deboli di una situazione illogica e innaturale. Restando nell’anonimato più assoluto e tacciati come egoisti perché bisognosi di lavorare per non morire di fame. Perchè come causa di morte è riconosciuta solo quella per covid. Morte per stendi non è considerata dall’opinione pubblica.

Il governo è riuscito nel suo intento,il distruggere la capacità individuale di essere indipendenti da qualsiasi sistema. Perchè un imprenditore non ha mai chiesto nulla allo stato, ma è sempre stato lo stato a chiedere tutto all’imprenditore. Con leggi di ogni genere per renderlo sempre più frustrato e debole. Invece il libero professionista ha sempre tirato avanti con la tenacia e costanza per amore del suo lavoro. Per il governo tutto questo era inaccettabile e quindi si è preso il diritto di chiudere forzatamente il suo lavoro. Di togliergli il diritto di lavorare. Ed ecco che il libero professionista dovrebbe abbassarsi a chiedere aiuti al governo. Aiuti ridicoli.

Chi è al comando però non credeva che alla fine l’imprenditore o libero professionista, sarebbe comunque stato tanto forte da non perdersi d’animo, che si sarebbe continuamente reinventato. Ed ora, stanco di tutte le illogiche follie del governo, decide di ribellarsi, cosa mai fatta prima. L’imprenditore essendo a casa e non al lavoro a questo punto si ribella, manifesta in piazza. Differentemente dalle altre categorie, chiede semplicemente di essere lasciato in pace, di aprire le sue serrande, di poter mantenere la propria famiglia da solo. Non chiede aumenti di stipendi, ferie, orari ridotti, o diritti vari.
Lui è essenziale. Chiede di lavorare. Consapevole che il settanta per cento dei suoi introiti se li prende lo stato. Non avendo alcun diritto di assistenzialismo in caso di malattia, o perdita di redditto. Pur pagando tanto lo stato, lui non ha mai avuto alcun diritto. I diritti sono per gli altri, per coloro che hanno scelto di essere schiavi. Il diritto di essere libero dell’imprenditore gli è sempre costato molto. Per la libertà ha rinunciato a qualsiasi forma di privilegio. Eppure questo ha sempre dato fastidio ai poteri forti. Un piccolo essere umano, non può essere il sovrano della propria vita.

Togliamogli il lavoro e cadrà ai nostri piedi. Invece, la resistenza e la forza di volontà del singolo, sta facendo retrocedere il potente.

Comunque sia, con martedì si riparte, con martedì riprendo a fare la cosa che mi viene meglio. Fare in modo che le persone vedano il meglio di loro stesse. Perchè il parrucchiere serve a farci sentire più belle o più belli. Alleggerendo la vita, rendendola un po’ più frivola, ma con tanta gioia in più. Perché vi vedo sorridere quando uscite dal parrucchiere, alleggerite per un attimo, da quel fardello che portate ogni giorno.

Buona giornata.

Lisa Ermacora

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