NON CHIEDERMI IL “NAZIPASS”
NON HAI LE COMPETENZE.

Facciamo un po’ di chiarezza oggi, su cosa significa in Italia lo stato
d’emergenza. Questa piccola frase che ci ha resi schiavi per ben due anni da
DPCM assurdi e discriminatori.
Lo stato d’emergenza parte sempre dal territorio, nel nostro caso comune, di
conseguenza viene attivata la protezione civile. Anche se lo stato d’emergenza
risulta nazionale, alla fine è sempre gestita in maniera territoriale. E quando la
calamità è talmente grande che il comune e la regione non riescono a
fronteggiare il problema, allora si attiva lo stato d’emergenza nazionale per
andare in aiuto al territorio messo in ginocchio. Vedi terremoto in Friuli.
I sindaci ha le funzioni esecutive per muoversi nell’ambito del tipo
d’emergenza.
Per vedere effettivamente se siamo nel nostro comune in stato d’emergenza,
bisognerebbe consultare l’albo pretorio del comune. Lì c’è scritto se siamo o no
in stato d’emergenza e se si, per quale motivo.
Ovviamente nessuno di noi si è mai preso la briga di controllare questo
fantastico albo da inizio pandemia. Potremmo scoprire però che in stato
d’emergenza non ci siamo mai stati e seguiamo regole assorde comprese
mascherina e distanziamento per niente. (Per non spaventare nessuno sto solo
ipotizzando).
Però se fosse vero, vuol dire che siamo stati ingannati da uno stato che la sa
lunga come farci fare quello che vuole lui. Tanto in genere l’italiano
difficilmente si informa. Lascia sempre che siano gli altri a dirgli che cosa fare.
Già capire come funziona uno stato d’emergenza potrebbe farci uscire da
questa situazione infelice e poco chiara.
Il punto è che se per caso volessi chiedere un risarcimento danni al comune per
avermi fatto chiudere l’attività perché credevo di essere in stato d’emergenza, il
sindaco o chi per lui, mi potrebbe dire che non siamo mai entrati in stato
d’emergenza e che chiudere era un consiglio, per cui se ho chiuso è solo per
mia scelta (vedi ristori ridicoli per tutte le attività che hanno chiuso in quel
periodo).
Quindi l’albo pretorio, potrebbe assolvere il comune che non ha mai scritto
sopra che siamo in stato d’emergenza.
Ho cercato di semplificare il concetto di stato d’emergenza, per non essere
anche troppo prolissa.
Il tasto dolente di questa storia non è solo lo stato d’emergenza ovviamente, ma

il famigerato green pass, che in Italia si è trasformato in “nazipass”.
L’Unione europea quando ha introdotto il green pass, era per poter far circolare
liberamente e in sicurezza le popolazioni dentro i vari paesi menbri. Potevi aver
fatto un tampone, la vaccinazione o la malattia. L’idea in periodo di pandemia
era anche giusta, per cercare di non far correre il virus senza controllo.
Quindi il green pass, veniva controllato alla frontiera degli stati sia in entrata
che in uscita.
Chi è che ha in questo caso il diritto di controllare il green pass?
USMAF, i dipendenti del ministero della salute di frontiera.
Quindi i frontalieri, sono gli unici con le competenze per farlo. Non io, non il
datore di lavoro o chi per lui, e nemmeno un barista , un poliziotto, finanziere,
vigile urbano ecc. I nostri dati sensibili, perché nel green pass emergono i
nostri dati sensibili, possono essere visti solo ed esclusivamente da un
personale che ha fatto i corsi con qualifiche per poter richiedere al cittadino i
suoi dati sensibili. Anche i sindaci hanno questo “potere”, compresi i medici
legali e le autorità sanitarie locali.
Insomma in Italia tutti coloro che richiedono il green pass alla gente sono
denunciabili, per violazione della privacy. Chi chiede il green pass può cadere
nel penale e pagare multe esorbitanti, facendosi anche qualche anno di galera.
Il governo ha messo una grossa patata bollente nelle mani del popolo, così da
lavarsene le mani quando cadranno denunce sui cittadini ignari di aver infranto
la legge sulla privacy, convinti di essere nel giusto e nella legalità. Perché si sa
in Italia fatta la legge trovato l’inganno e con i Dpcm questo è ancora più
evidente.
Infine per non farci mancare nulla c’è un altro decreto che nella confusione del
green pass e compagnia bella è passato inosservato, mettendocela dritta dritta
in quel posto dove in genere non batte mai il sole. Il decreto 139 è quello che
ha intrecciato i nostri dati personali con l’agenzia delle entrate. Due enti che
dovevano stare distanziati per proteggere la nostra privacy, adesso è tutto è
messo in chiaro, ad enti che non dovrebbero avere questo tipo di informazioni,
per ovviamente per poterci spillare quattrini, con multe, con f24 ecc.
Incrociando così i dati ora nessuno è più tutelato.
Negli altri stati una cosa del genere non sarebbe mai successa. Ma si sa, a noi
della nostra privacy non importa nulla, basta poter andare a guardare la partita
la domenica o andare a spasso per vetrine. Ci basta essere lasciati in pace senza
problemi.
Questo menefreghismo sta portando il popolo in un baratro profondo.
Vedi ora come tutte le restrizioni fatte ai non vaccinati sembrano cosa buona e
giusta per i vaccinati.
Un tempo questo tipo di trattamento veniva chiamato discriminazione, ed era
combattuto da tutti.

Basti pensare che se entri in un supermercato senza mascherina, rischi di essere
linciato dal personale e dai clienti.
Stiamo raggiungendo livelli di follia acuta, dove ti dicono che non hai il diritto
di comprarti il cibo perché se non sei vaccinato meriti di morire di fame.
Il problema non siamo noi non vaccinati o i vaccinati. Ma è il governo che ha
creato questa divisione sociale allucinante e senza precedenti perché
immotivata.
Intanto grazie a questa faida sociale, l’economia sta crollando a picco. Forse
Draghi con queste nuove restrizioni, sta in qualche maniera facendo calare la
domanda sui vari beni, affinché si tornino a calare i prezzi anche di gas luce
ecc. Perchè più c’è domanda di un prodotto più si aumentano i prezzi, meno
domanda di un prodotto i prezzi calano.
In periodo normale e non di pandemia queste restrizioni non sarebbero mai
state accettate per far calare l’offerta, invece grazie alla fantapandemia si.
Insomma questa situazione è sempre più assurda e complessa, ma essere
presente a questi eventi storici mi fa sempre più ridere.
Intanto a Udine, mentre i bar del centro sono vuoti, la gente come noi fa
aperitivo in piazza, assieme, ridendo, chiacchierando e con i cuori colmi di
amore per tutti coloro che lottano per la verità.
L’essere umano trova sempre il modo per stare insieme ed essere felice.

Una buona domenica a tutti.
Lisa Ermacora.

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