12 DIARIO DAL COVID 2

Vaccino o coraggio::::

Mi soffermo a volte a sentire i telegiornali o quelle infelici trasmissioni di dibattito politico e non.

Così tanto per tenermi informata suglia avvenimenti, di questo periodo.

Tutti i canali rai o mediaset, narrano la stessa medesima cosa. Anche le radio non scherzano. Sky tg 24 , l’apoteosi del martellamento mediatico. Il tema monotematico è la corsa al vaccino.

Starnazzano ansiosamente, che tutta la popolazione deve e ripeto deve vaccinarsi. Un obbligo morale. Lotta tra i vaccini buoni e i vaccini cattivi. Marche e modelli che arrivano da stati diversi

E chi la morale non c’è l’ha?

Continuano con questo tam tam, per far venire il senso di colpa alla popolazione, perché chi non è vaccinato diventerà il futuro discriminato.

Non riesco a capire come nessuno si batte per fermare questa eresia mediatica.

La pandemia porta via con sé tutti i diritti individuali umani?

Guardiamoci attentamente.

In quanti si sono già vaccinati? Vi sembra che queste persone possano girare allegramente senza mascherina? Oppure semplicemente ritornare liberi come prima?

A me pare tanto di no. Se sono vaccinati non dovrebbero essere più un problema per nessuno men che meno per loro stessi?

Invece, come per magia, arrivano le varianti, le varianti delle varianti e noi zitti e muti tutti seduti chiusi in casa come degli appestati perché, a quanto pare, questa sarà la nuova malattia eterna, non che uccide le persone, ma che le schiavizza al sistema.

Le cure ci sono, chi è positivo molte volte è asintomatico, eppure, la paura ha preso il sopravvento sulla ragione.

Ricordo il periodo in cui soffrivo di attacchi di panico. La paura arrivava così forte e irrazionale, da non darmi il tempo di ragionare lucidamente.

Credo che non stiamo vivendo un periodo di pandemia da virus, ma stiamo vivendo un periodo di pandemia da panico.

Il popolo è interamente soggiogato da un collettivo attacco di panico irrazionale.

Ricordo che in quel periodo buio della mai vita, l’unico posto dove mi sentivo al sicuro era a casa. Lo stato con i suoi DPCM, cosa ci sta dicendo? Di restare a casa. L’unico posto sicuro, il rifugio per eccellenza.

Peccato che la pandemia non sia arrivata anni fa, perché almeno avrei superato meglio il mio periodo di attacco di panico, l’unico posto dove mi sentivo al sicuro era a casa.

Che paradosso la vita. Quando morivo di paura dove uscire ed affrontarla tutti i giorni, ed ora che mi sento libera, mi chiudono in casa ai domiciliari come un delinquente, a scontare una pena per un reato che non ho mai commesso.

Considero che tutte le fonti d’informazione siano di regime. Perchè, che ci piaccia o meno, siamo in pieno regime dittatoriale, dove qualsiasi mezzo di informazione ascolti, ti dice la stessa medesima cosa come un mantra.

Vaccino di qua, vaccino di là, questo non si dice e questo non si fa.

Anche perché se si osa dire il contrario di quello che ti suggerisce il regime, rischi il linciaggio.

Vedo le persone fiduciose che si offrono senza condizione a farsi vaccinare, firmando carte, molti orgogliosi del loro gesto, perché la scienza ha fatto progressi, perché sono tutti che vogliono salvare ed essere salvati.

Si parla di migliaia di morti per questa malattia. Neanche durante le guerre non abbiamo avuti tanti morti.

Sarà vero? Chi lo sa.

Ci scandalizziamo se sentiamo che un operatore sanitario non vuole vaccinarsi, mentre se ci sono migliaia di bambini che muoiono di fame nel mondo, non ci fa alcun effetto.

Certo l’operatore sanitario deve essere sano, non può far ammalare un malato.

Ma ascoltate quello che vi dicono?

Credete veramente che un medico, un infermiere, un soccorritore, un addetto alle pulizie, sia più sicuro se è vaccinato?

Credo che un professionista sia più sicuro, quando svolge il suo lavoro con professionalità e passione. Quando si fa in quattro per dare sollievo a chi soffre, quando non pensa a quante ore di lavoro ha regalato, ma pensa a quanto bene ha donato.

Credo che se fossi in pericolo di vita, non mi fregherebbe un fico secco se chi mi viene a salvare è vaccinato, fuma, gli piaccia andare in giro per locali, prende la pastiglia per la pressione, oppure sta lottando contro una grave malattia, l’importante è che sappia fare con passione il suo lavoro, a prescindere dalle sue scelte personali.

Eppure le forze dell’ordine, le forze sanitarie, le forze statali in genere, sembra siano obbligate a sottoporsi a questo vaccino, che gli piaccia o meno, altrimenti vengono ricattati. O ti vaccini o perdi il lavoro. E’ raggelante che l’opinione pubblica, non denunci questa cosa. Anzi sembra che sia cosa buona e giusta. Ci stanno facendo diventare carne da macello per puro e mero profitto. Altro che salvarci da una grave influenza se non tratta in tempo.

Io sono sempre e sarò sempre per la libera scelta vaccinale, o di terapia di qualunque genere.

Ricordo una signora che si era ammalata di tumore. Si è lasciata operare. Poi al momento della chemioterapia, ha declinato elegantemente l’offerta di questo trattamento. A mio avviso ha avuto un grande coraggio. Ma lei ha scelto contro ogni parere medico come essere curata. E’ ancora viva, sta bene per ora e mi dice spesso che va avanti giorno per giorno senza pretese. Sono passati otto anni da quel intervento.

Credo che chi si vuole vaccinare è libero di farlo, se questo lo fa sentire protetto. Ma sono del parere che anche chi non è vaccinato può sentirsi in pace con il mondo, perché per i vaccinati, lui non dovrebbe essere un problema, per i non vaccinati non è un problema comunque, perché ognuno può scegliere il rischio che preferisce.

Comunque sia, gli stati vogliono raggiungere l’immunità di gregge. Con o senza vicino questa immunità di gregge la raggiungeremo ugualmente, lasciando circolare questo “covidi” liberamente.

Sono sempre più convinta che la vera malattia di questo secolo non è il covid ma la paura. Quella ci ucciderà tutti, in maniera molto più subdola e silenziosa, lontana da occhi indiscreti. Per la paura ricordo tutti che non esiste vaccino. Ma la cura esiste, funziona sempre e non da effetti collaterali. Si chiama CORAGGIO. Si prende regolarmente, uscendo di casa a testa alta, abbassando la mascherina, respirando a pieni polmoni e spegnendo le televisioni. Ricordandosi di abbracciarsi, di rivedersi. Non sconfiggeremo il virus chiudendoci in casa, ma affrontandolo ogni giorno, uniti e forti. L’unione fa la forza. L’unione rinforza il nostro sistema immunitario. Il sistema ci vuole indebolire. Per vivere ci vuole coraggio, ogni giorno sempre. L’ho imparato durante il mio periodo di paura irrazionale. E affrontando la mia paura tutti i giorni, ho vinto io.

Buon coraggio a tutti.

Lisa Ermacora.

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