LA GRANDE RIVOLTA CINESE

Vi ricordate due anni fa, quando il covid scoppiò in  Cina e le persone furono messe in isolamento, senza poter uscire dai loro appartamenti (Per l’esattezza nel quartiere di Wuan)?

Ebbene, pare che la storia si ripeta.

Xi Jinping ha promosso una politica “zero covid”.

Vuole riuscire a mantenere la Cina economicamente stabile e portarsi a casa anche il record dello “ zero contagi” nella sua over popolata nazione.

Xi non ha fatto i conti però con l’esasperazione cui portano queste continue restrizioni alle  persone  che, a causa di un contagio, sono costrette a entrare in lockdown. 

Se si trovano sul posto di lavoro ( che ha  annessi i dormitori) gli operai  rischiano di rimanere prigionieri della loro azienda:la  Foxconn Technology Group, uno dei più importanti poli di produzione di iPhone (quindi non vien chiusa tutta la Cina ma un solo luogo).

Questo gigantesco insediamento produttivo impiega oltre 200mila persone.

Vi lascio fare un bel respiro : 200mila! 

Pare  quasi un intero quartiere di Wuan.

 Immaginate di lavorare e dormire nello stesso luogo con tanti altri operai come voi. Ad un tratto si ammala qualcuno e tutta l’area viene messa in quarantena. Non potete uscire dalla vostra camera (oppure dallo stabilimento), non potete tornare a casa o andare a  trovare i parenti, potete solo restare lì fermi. Poi si blocca un’altra area e si ripete la stessa dinamica.

 Il cibo è insufficiente e poco gustoso, l’assistenza medica mediocre, c’è spazzatura ovunque,c’ è scarsa igiene generale degli ambienti e così via. Siete prigionieri in queste tristi condizioni.

Qualcuno cerca di fuggire, altri entrano in rivolta. 

Faxconn promette salari migliori come specchietto per le allodole e far entrare nuovo personale nel suo organico, la strategia però non funziona.

Almeno questo viene raccontato da qualche testimone oculare.  

Insomma, per farla breve, a me pare tanto che ricominci  la narrazione dei super nuovi contagi che hanno portato la Cina ad indire un nuovo lockdown, affinché i nostri politici europei possano far accettare la notizia che anche da noi, se i contagi aumentano, dovremo nuovamente adottare questo sistema di contenimento.

Mi chiedo per quanto ancora crederemo  a quello che ci raccontano. 

Il fatto  che la Cina abbia dovuto fermarsi per la “cara vecchia influenza” a me pare una nenia già sentita.

La Cina è molto lontana, nessuno di noi è lì in prima persona a vedere cosa sta realmente accadendo. 

In questo periodo faccio molta fatica a credere  a quello che vedo in tv o sui social perchè entrambi si sono rivelati  fucine di  terrore.

Sono pochi gli influencer che riescono a dare  leggerezza e visione alternativa alla solita narrazione ispirante disagio e paura.

La paura crea sensazionalismo e il sensazionalismo  fa vendere parecchio perchè al pubblico non interessa  verificare le fonti  bensì eccitarsi davanti a notizie sempre più catastrofiche.

Quante cose sono  cambiate nella nostra vita durante e dopo la “ pandemia”? In meglio o in peggio? E per colpa di chi? 

Quanta responsabilità abbiamo per  aver agito paralizzati  dalla paura e non usando il buon senso?

Ci siamo lasciati corrompere per paura, abbiamo abbassato la testa per paura, abbiamo ceduto parte di noi stessi per paura.

Adesso, leggendo le informazioni sulla Cina,  non lasciatevi travolgere di nuovo dalla paura, non correte a fare inutili tamponi ma abbiate il buon senso di curavi come facevate un tempo. 

Il  tampone non cura e vi fa entrare nella statistica dei contagi.

Spero che sia vero che i Cinesi  comincino  a ribellarsi alle restrizioni loro imposte e spero che  noi si prenda spunto dal loro coraggio.

Buona domenica

Lisa Ermacora

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